Ance libere
Gli strumenti musicali ad ance libere sono, escludendo quelli che generano il suono dall’energia elettrica, i più giovani che ci siano perché completamente privi di “antenati”: infatti funzionano con un principio sonoro, l’ancia libera appunto, che pur avendo antichissime origini cinesi, in occidente era del tutto sconosciuto fino alla fine del ‘700 ma si diffuse immediatamente grazie all’assoluta stabilità dell’accordatura, alla possibilità di funzionare perfettamente in ogni situazione e in qualunque clima, alla grande potenza sonora generata da dimensioni contenutissime.
Formano una grande famiglia di strumenti che comprende l’harmonium, l’armonica a bocca, la fisarmonica, il bandoneon, la concertina, tutti vicini parenti dell’organo.
Diffusi in tutto il mondo in molteplici forme e modelli, differenziati da grandi varietà timbriche, dimensionali e funzionali, come caratteristica fondamentale presentano sempre la possibilità di suonare dal “pianissimo” al “fortissimo” in funzione della pressione dell’aria, fornita dal movimento del mantice azionato a mano o a pedale.
In verità, nell’entusiasmo della novità che ha favorito la produzione di numeri impressionanti di harmonium e fisarmoniche di ogni tipo fino alla metà del XX secolo, spesso si è trascurata la timbrica. Tuttavia la causa principale della loro decadenza è stata l’elettronica, che certo non brilla per qualità musicali ma solo per basso costo e grande potenza sonora.
Oggi dunque, in un mondo musicale in parte intossicato da realtà virtuale e diffusione elettrofonica, è ancora possibile e opportuno un rilancio degli strumenti ad ancia libera, nella musica e nella liturgia, a partire dai principali vantaggi che sono sempre gli stessi: le dimensioni contenutissime, l’intonazione assolutamente stabile e una notevole potenza sonora.
Pensiamo quindi al recupero dell’harmonium: molti strumenti ormai abbandonati si possono ripristinare o, se troppo malandati o di scarso interesse artistico-musicale, è possibile rigenerare strumenti nuovi a partire dal loro “cuore sonoro”: le ance libere.